Adone

Giovane bellissimo, intorno alla cui discendenza la tradizione è assai
discorde. Chi favoleggia fosse figlio di Agenore e di Smirna; chi di
Fenice e Alfesibea; chi infine lo dice figlio incestuoso del re Ciniro
e di sua figlia Mirra.

La leggenda raccolta e narrata da Ovidio è certo la più diffusa ed
intricata. Ciniro, ad espiare la sua scelleratezza, avrebbe ottenuto
dagli dei di essere tramutato nell'albero della mirra, la corteccia del
quale, al tempo giusto, si sarebbe fenduta, lasciando cadere il
fanciullo frutto dell'incesto, che sarebbe stato poi allevato dalle
Ninfe. Fattosi adulto, Adone divenne gran cacciatore e destò una viva
passione in Venere, ferita anch'essa, a tradimento, dal suo petulante e
malizioso figliolo Amore. Quando Marte s'accorse di avere un cosi
pericoloso rivale, volle vendicarsi di lui; e prese le forme di un
cinghiale, si avventò sopra Adone e l'uccise. Venere, accorsa alla
notizia, pianse tutte le sue lacrime, e trasformò in anemone il suo ben
amato il quale, disceso nell'Ade, innamorò della sua bellezza
Proserpina, e cosi, quando Venere ebbe impetrato da Giove che Adone
fosse richiamato in vita, la regina dei morti si rifiutò di renderlo.
Per consiglio della musa Calliope, fu convenuto fra le due competitrici
che il bellissimo giovane dovesse trascorrere, con alterna vicenda, sei
mesi in terra e sei nell'Ade; ma Venere non osservò i patti cosicché
dovette intervenire Giove per mettere pace. Egli stabili che Adone
dovesse essere libero quattro mesi all'anno e quattro ne passasse con
Venere e gli altri quattro con Proserpina.

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