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Anchise
Anceo
Argomenti e di quelli i che parteciparono alla caccia contro il
Cinghiale Calidonio.
Anapanomena
Dodona, alla quale si attribuiva dalla superstizione popolare il
curioso potere di riaccendere le fiaccole spente, e viceversa.
Sei la mia consolazione più pura (Karin Boye)
Sei la mia consolazione più pura,
sei il mio più fermo rifugio,
tu sei il meglio che ho
perchè niente fa male come te.
No, niente fa male come te.
Bruci come ghiaccio e fuoco,
tagli come acciaio la mia anima
tu sei il meglio che ho.
Karin Boye (1900-1941)
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Ricordo (Karin Boye)
Quieta voglio ringraziare il mio destino:
mai ti perdo del tutto.
Come una perla cresce nella conchiglia,
così dentro di me.
germoglia dolcemente il tuo essere bagnato di rugiada.
Se infine un giorno ti dimenticassi –
allora sarai tu sangue del mio sangue
allora sarai tu una cosa sola con me –
lo vogliano gli dei.
Karin Boye (1900-1941)
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Come posso dire (Karin Boye)
Come posso dire se la tua voce è bella.
So soltanto che mi penetra
e mi fa tremare come una foglia
e mi lacera e mi dirompe.
Come so della tua pelle e delle tue membra.
Mi scuote soltanto che sono tue,
così che per me non c'è sonno né riposo,
finché non saranno mie.
Karin Boye (1900-1941)
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Già vidi uscir de l’onde una matina (Matteo Maria Boiardo)
Già vidi uscir de l'onde una matina
il sol di ragi d'or tutto iubato,
e di tal luce in facia colorato
che ne incendeva tutta la marina;
e vidi a la rugiada matutina
la rosa aprir d'un color sì infiamato
che ogni luntan aspetto avria stimato
che un foco ardesse ne la verde spina;
e vidi aprir a la stagion novella
la molle erbetta, sì come esser sole
vaga più sempre in giovenil etade;
e vidi una leggiadra donna e bella
su l'erba coglier rose al primo sole
e vincer queste cose di beltade.
Matteo Maria Boiardo (1441-1494)
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A Batilla (Giovanni Pontano)
Quando ridi, è un bacio a me negato,
quando piangi, è un bacio a me dato.
Solo triste ami esser benevola,
solo lieta vuoi esser severa.
Dal pianto è nato il mio piacere,
dal riso il dolore. O miseri amanti,
sperate tutto, e insieme temete.
Giovanni Pontano
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Gli occhi di Focilla (Giovanni Pontano)
Quand'ha posto solo nei tuoi occhi Amore,
con magica arte già ferisce
né, ricurvo, il suo vecchio arco tende;
ma dal raggio del tuo sguardo,
che qua e là ridente muovi,
queste saette egli trae
e con esse il cuore degli amanti scuote e trafigge.
Aculei e fiamme i tuoi occhi.
Chiunque tu guardi è ferito;
tutti Amore ferisce quanti tu guardi,
tutti abbrucia quelli che miri.
Sono le sue fiaccole questi tuoi occhi .
Ma tu, per non perire di questi occhi tuoi,
perchè Amore in te le sue frecce non volga,
fuggi dallo specchio, o Focilla,
perchè, lì se ti vedi e ti ammiri,
di lì, dallo specchio e dai neri tuoi occhi
Amore non vibri e conficchi in te le frecce
facendoti ardere, misera, delle stesse tue fiamme:
Non diventi per te lo specchio quella che un tempo
fu a Narciso la sua immagine nel fonte cristallino.
Giovanni Pontano
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