Citazioni di Benito Mussolini

Benito Mussolini riuscì a guidare l’ Italia nel così detto "ventennio fascista" anche e soprattutto per merito del suo grande carisma, il duce incantava le folle col suo carisma e con le sue battute imprimeva nella mente del popolo l’immaginario dell’essenziale, del dovere, della patria:

 

  • "La razza non tradisce la razza" – 4 giugno 1919
  • "Primo pilastro fondamentale dell’azione fascista è l’italianità. Noi siamo orgogliosi di essere italiani" – Trieste, 20 settembre 1920
  • "Noi ci sentiamo fratelli in spirito con coloro che lavorano" – 3 aprile 1921
  • "Non possiamo dare la libertà a coloro che ne profitterebbero per assassinarci" – 4 ottobre 1922
  • "L’aumento del prestigio di una nazione nel mondo è proporzionato alla disciplina di cui da prova all’interno" – Roma, 16 novembre 1922
  • "I lavoratori devono amare la patria. Come amate vostra madre, dovete, con la stessa purezza di sentimento, amare la madre comune: la patria nostra" – 10 aprile 1923
  • "Continueremo la nostra marcia severamente, perchè questo ci è imposto dal destino. Non torneremo indietro, non segneremo il passo" – Padova, 1 giugno 1923
  • "Il lavoro è la cosa più alta, più nobile, più religiosa della vita" – 25 ottobre 1923
  • "Chi dice fascismo dice prima di tutto bellezza, dice coraggio, dice responsabilità, dice gente che è pronta a tutto dare e nulla chiedere quando sono in gioco gli interessi della Patria" – Milano, 28 ottobre 1923
  • "Noi, ieri come oggi ed oggi come domani, quando si tratta della Patria e del Fascismo, siamo pronti ad uccidere come pronti a morire" – Roma, 28 gennaio 1924
  • "Per me il passato non è che una pedana dalla quale si prende lo slancio per il più superbo avvenire" – Roma, 1 febbraio 1924
  • "Il Fascismo non è soltanto azione, è anche pensiero" – Roma, 7 agosto 1924
  • "Un popolo per giungere alla potenza ha bisogno della disciplina" – 4 ottobre 1924
  • "Il comunismo, essendo per sua tendenza egualitario, è contrario alla vita e alla storia, oltre che alla natura che è profondamente diseguale, e che vive di questa disuguaglianza" – Roma, 20 maggio 1925
  • "Dopo aver conquistato la sicurezza, dobbiamo tendere alla potenza" – 24 maggio 1925
  • "La battaglia del grano significa liberare il popolo dalla schiavitù del pane straniero" – Roma, 30 luglio 1925
  • "La battaglia della palude significa liberare la salute di milioni di italiani dalle insidie letali della malaria e della miseria" – Roma, 30 luglio 1925
  • "Fascisti all’estero: dovete considerarvi in ogni opera vostra e in ogni momento della vostra vita come dei pionieri, come dei missionari, come dei portatori della civiltà latina, romana, italiana" – Roma, 31 ottobre 1925
  • "La nostra pace più sicura sarà all’ombra delle nostre spade" – Roma, 29 gennaio 1926
  • "Noi siamo i portatori di un nuovo tipo di civiltà" – 5 ottobre 1926
  • "Bisogna creare, altrimenti saremo degli sfruttatori di un vecchio patrimonio; bisogna creare l’arte nuova dei nostri tempi, l’arte fascista" – Perugia, 5 ottobre 1926
  • "Le qualità, anzi le virtù immutabili del vero fascista devono essere la freschezza, la lealtà, il disinteresse, la probità, il coraggio, la tenacia" – Roma, 28 ottobre 1926
  • "Chi non sa fare la guerra, molto difficilmente può fare la pace" – 31 dicembre 1927
  • "La bonifica integrale del territorio nazionale è un’iniziativa, il cui compito basterà da solo a rendere gloriosa, nei secoli, la rivoluzione delle camicie nere" – Roma, 14 ottobre 1928
  • "La giustizia senza la forza sarebbe una parola priva di significato, ma la forza senza la giustizia non può e non deve essere la nostra formula di governo" – Roma, 8 dicembre 1928
  • "La giovinezza è un dono divino, che però la maturità consapevole degli anziani deve salvaguardare dalle insensate dissipazioni e dalle malcerte precocità" – Roma, 22 dicembre 1928
  • "Solo col Fascismo i contadini sono entrati di diritto nella storia della Patria" – 10 marzo 1929
  • "L’Italia Fascista è un’immensa legione che marcia sotto i simboli del Littorio verso un più grande domani. Nessuno può fermarla. Nessuno la fermerà" – Roma, 27 ottobre 1930
  • "Fra tutti i nemici dell’umanità e fra tutti i mali che l’affliggono, uno dei peggiori è l’ottimismo facilone, imbelle e imbecille" – "Il Popolo d’Italia", 2 gennaio 1934
  • "Nel tempo fascista il lavoro, nelle sue infinite manifestazioni, diventa il metro unico col quale si misura l’utilità sociale e nazionale degli individui e dei gruppi" – Roma, 23 marzo 1936
  • "La conquista dell’Impero è destinata, non già a ritardare quello che deve essere lo sviluppo politico, economico, spirituale dell’Italia meridionale, ma ad accelerarlo" – Potenza, 27 agosto 1936
  • "Se c’è un paese dove la democrazia è stata realizzata, questo paese è l’Italia Fascista" – Milano, 1 novembre 1936
  • "Violentare il moto della storia è impossibile. Cercare di comprimere quelli che sono gli impulsi inarrestabili della vita dei popoli, è semplicemente assurdo" – "Il Popolo d’Italia", 1 dicembre 1937
  • "Per noi fascisti la fonte di tutte le cose è l’eterna forza dello spirito" – 18 settembre 1938
  • "La prima cosa per vincere una battaglia, è quella di fermamente credere: e noi crediamo nella potenza del Littorio e nell’avvenire della Patria" – Torviscosa, 21 settembre 1938
  • "Le madri devono educare i loro figli al lavoro della terra e combattere tutte le tendenze ad abbandonarla per cedere alle illusioni della città" – Roma, 20 dicembre 1938

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