Hans Christian Andersen

{mosimage}Hans Christian Andersen venna al cospetto degli uomini il 2 aprile 1805 a Odense, nell'isola
danese di Fionia, figlio di un ciabattino e di una lavandaia. Il padre
morì quando lo scrittore era ancora piccolo, lasciando la famiglia in
assoluta miseria, la madre in seguito finì in un ospizio per
alcolizzati. La piccola e provinciale Odense fu comunque capace di fornire al
giovane Andersen tutta una serie di stimoli che gli furono utili per la
sua successiva produzione letteraria. Le abitudini e le superstizioni
del popolo danese ormai sopite negli animi delle genti di Copenaghen.

I vecchi racconti ascoltati dalle anziane donne dell'ospizio e il locale
teatro, l'unico di tutta la Danimarca che non fosse nella capitale
danese, gettarono le basi del futuro genio dellle fiabe mondiali che
tutti conosciamo.

Nel 1819 il quattordicenne Andersen emigrò da solo a Copenaghen, in
cerca di fortuna (a conferma della tradizione nordica a noi sconosciuta
di divenire indipendenti dalla famiglia quanto prima). Qui, dopo vani
tentativi per affermarsi nell'ambiente teatrale come ballerino o
cantante, trovò infine alcuni protettori (il musicista italiano G.
Siboni e
soprattutto J. Collin sono tra questi) che gli fecero avere una borsa
di studio, consentendogli di riprendere così gli studi abbandonati a
causa del dissesto economico e di laurerarsi.

Il suo esordio letterario ufficiale avvenne con il dramma Agnese e
l'uomo del mare (1833-1834), ma già nel 1829 Andersen aveva preso a
pubblicare, sul modello di Heine , diari e taccuini di viaggio: una
attività che continuò anche successivamente (ad esempio con Il bazar
del poeta, 1842). Giunge alla notorietà con il romanzo L'improvvisatore
(1835), storia di una gioventù stentata come la sua. A renderlo celebre
nel mondo e indimenticato dai posteri saranno comunque le sue Fiabe: la prima raccolta risale al
1835-1837. A essa seguiranno altre raccolte, nel 1844-1845, 1858-1866, fino al 1872: in tutto 156 fiabe.

Le fiabe più
antiche derivano da motivi della tradizione popolare scandinava: Il
compagno di viaggio
, Il piccolo Claus e il grande Claus, I cigni
selvatici
. Andersen poi si volse più decisamente alla fiaba letteraria,
usando materiali eterogenei, ad esempio, Gli abiti nuovi dell'imperatore viene dalla Spagna.
In una lingua vivace, condite di raffinatezze anche leziose e di genuini modi
quotidiani, le sue fiabe esprimono il
sovramondo (La collina degli elfi, Il folletto
Serralocchi
), l'idillio della natura (L'abete, I fiori della piccola
Ada
, Il rospo, L'usignolo), ma anche i rapporti arcani colti tra gli
oggetti più prosai ci (L'ago da rammendo, Il vecchio fanale, La goccia
d'acqua
, Gli stracci). Parecchie fiabe hanno spunti autobiografici come: La
sirenetta
, L'intrepido soldatino di stagno, La pastorella e lo
spazzacamino
, che contrappongono al sogno la tenace malinconia della
vita reale, e alludono alle delusioni sentimentali dello scrittore.

La forza travolgente delle fiabe di Andersen è ovviamente soprattutto
nel
significato che esse impersonifica per noi tutti. La loro genesi
risiede nel
voler anteporre al mondo dell'esperienza una sua costruzione
fantastica, che però non diventa mai realtà autonoma. Andersen mostra
spietatamente il carattere labile e ambiguo come il povero soldatino di
stagno
caricaturizza il tronfio orgoglio militaresco, ma anche lui non
combatterà altre battaglie: finirà liquefatto, dissolto. L'ispirazione
di Andersen è più attenta ai segnali di morte che a quelli di vita
o di evasione. Anche il lieto fine, quando c'è , è reversibile, la
felicità del brutto anatroccolo trasformato in cigno serve a capire
che la felicità vera era poi un altra, quando l'anatroccolo sguazzava
nel fango, vicino alle radici della terra.

Nel corso della sua vita lo scrittore fece numerosissimi viaggi in
tutta Europa e in Germania, in particolare. La nazione tedesca divenne
la sua seconda casa. Anche l'Italia fu molto importante per Hans
Christian Andersen; vi andò quattro volte, soggiornando per lunghi
periodi. Proprio dalle esperienze del suo primo viaggio nella penisola,
avvenuto nel 1833-34, trasse lo spunto per scrivere il romanzo
"L'improvvisatore". Nel
complesso Andersen fece 29 viaggi all'estero, trascorrendo più di 9
anni della sua vita fuori della Danimarca.

Andersen conobbe e frequentò molte persone in vista della sua epoca,
come gli scrittori Dumas, padre e figlio, Victor Hugo, Charles Dickens
e i fratelli Grimm, il filosofo Søren Kierkegaard, lo scultore Bertel
Thorvaldsen, i musicisti Franz Liszt, Felix Mendelssohn-Bartholdy e
Robert Schumann e la cantante lirica Jenny Lind.

Nel 1866 fu nominato Consigliere di Stato e la sua città natale,
Odense, volle festeggiare l'avvenimento conferendogli la cittadinanza
onoraria. Hans Christian Andersen si spense il 4 agosto 1875 e fu
sepolto, con tutti gli onori di un grande, a Copenaghen. I manoscritti
ed altri reperti originali di Hans Christian Andersen sono ora
conservati nella H.C. Andersen Hus di Odense, il museo ufficiale
dedicato allo scrittore.

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