L’ Europa nel Tardo Medioevo

 

 

 

Nel tardo Medioevo iniziano i segnali di rinascita agricola, commerciale e culturale dell’Europa occidentale. A partire dal XI secolo le realtà comunali nelle Fiandre e nell’Italia centrale e settentrionale, e le Repubbliche marinare italiane danno un forte impulso economico, sociale e culturale ad a un continente assopito dalla caduta dell’impero dei romani d’occidente.

Contemporaneamente il Sacro Romano Impero continuava la sua frammentazione in una miriade di feudi italiani e tedeschi, sempre meno legati al potere dell’imperatore. Alcuni comuni si trasformano in importanti città stato (Milano, Venezia e Firenze). Si formano i primi stati nazionali come ancora oggi sono Francia, Inghilterra e Spagna.

 

La Cristianità

L’Islam aveva ormai smarrito la spinta propulsiva che lo aveva portato a un’espansione in Africa, Asia Spagna e Sicilia. Indebolito da spaccature politiche e religiose aveva dovuto subire l’iniziative Cristiana perdendo, così, la Sicilia e la Spagna. Le sette crociate non avevano portato a stabili conquiste territoriali, ma avevano costretto l’Islam sulla difensiva.
Il versante settentrionale del Mediterraneo era ancora controllato dall’impero Bizantino che resistette in modo miracoloso agli attacchi che si erano abbattuti sull’Europa continentale e sulle regioni del Mediterraneo. Tra queste città Costantinopoli, protetta per tre quarti dal mare e per il resto da un breve tratto di mura imponenti. Nonostante ciò le perdite erano state notevoli: Bisanzio aveva dovuto cedere agli arabi e ai turchi la maggior parte dei suoi territori.
L’Europa si era dunque ritrovata protetta su un versante dall’Islam e da Bisanzio, sull’altro versante dai nuovi Regni Cristiani. Queste circostanze la misero per sempre in riparo da altre invasioni.
Quella che noi oggi chiamiamo Europa veniva allora chiamata Cristianità. La Cristianità era unita dal valore fondamentale dell’uomo medievale: la religione ma divisa dalle lingue, dagli usi alimentari, dai costumi e dai poteri.

I castelli

Per tenere sotto controllo l’aristocrazia guerriera del Regno, il sovrano dei Franchi Carlo Magno aveva fatto largo uso del vassaticum: un particolare rapporto che univa un signore a individui : i vassalli che assicuravano prestazioni militari in cambio di un beneficio consistente di solito in un possedimento fondiario. Gli storici chiamano quest’epoca Feudalesimo.
L’incapacità dell’imperatore aveva provocato una spontanea autodifesa da parte dei grandi signori e delle popolazioni contadine che dipendevano da essi.
La costruzioni di fortezze rispondeva alle esigenze di sopravvivenza delle comunità aggredite dagli invasori. Il castello era molto più di una semplice costruzione difensiva: era l’emblema di un potere ce tendeva all’autonomia. L’impero e i regni si erano frammentati in distretti affidati a duchi, conti, marchesi. Queste deleghe dall’alto verso il basso erano diventate presto ereditarie tramandandosi d padre in figlio, come le terre. Tutto ciò sottolineava le debolezza del potere centrale.
La situazione era molto complicata: c’era il caso dei vassalli che dipendevano da più signori. C’era il caso di re che possedevano centinaia di vassalli ma che a loro volta occupavano alcuni territori in qualità di vassalli di un altro re, e così via.
Si può dire, schematicamente che la terra sulla quale un signore esercitava il suo potere era divisa in tre parti: la prima era sfruttata direttamente dal signore e veniva coltivata dai servi e da contadini della zona, obbligati a fornire un certo numero di giornate di lavoro; la seconda era costituita dagli appezzamenti coltivati direttamente dalle singole famiglie contadine; la terza parte dai terreni incolti sfruttati collettivamente dalle comunità rurali soprattutto per i pascoli.

danzatori nel tardo medio evo

Il numero degli uomini

Il fenomeno della prorompente crescita demografica verificatasi nel tardo medioevo è tra i più importanti dell’intera storia Europea, ma le sue cause sono oscure: c’è chi sostiene che la crescita demografica sia stata la causa della crescita economica e chi ritiene che la crescita economica sia stata la causa di quella demografica. Il miglioramento delle condizioni ecologiche a causa di un clima più mite e più secco; lo stesso consolidamento feudale garantì una relativa sicurezza nelle campagne.
I servi che prima lavoravano alle dipendenze dirette dei grandi proprietari venivano ora autorizzati a installarsi su piccoli e medi poderi perché li coltivassero in una situazione di relative autonomia.
Vaste regioni che si presentavano come foreste furono rapidamente disboscate; le paludi furono prosciugate con tecniche d’avanguardia. Il valore della terra salì ovunque: sappiamo che in Normandia esso aumentò fino a 10 volte.
Si svilupparono in Italia di centri a volte molto piccoli: 200,300 abitazioni sorte in fretta per colonizzare un nuovo territori. Questi centri presero il nome di "Villanova".

Il progresso della tecnologia

Alla fine del XIII secolo la Cristianità aveva ancora un carattere prevalentemente agricolo. La grandissima maggioranza della popolazione abitava nelle campagne e coltivava i campi. La maggior parte delle materie prime proveniva dall’ agricoltura, lo sfruttamento delle miniere e dei metalli era molto limitato.
La ripresa demografica fu sostenuta e accompagnata da alcuni importanti perfezionamenti delle tecniche agrarie e dei sistemi di coltivazione: l’aratro semplice venne sostituito dall’aratro pesante dotato di avantreno mobile e di ruote. La sua diffusione rappresentò un indubbio progresso ma fu ostacolata da alcune difficoltà: il costo dello strumento e degli animali da tiro.
I buoi erano animali preziosi e spesso il loro valore sperava addirittura quello dei fondi stessi. Il bue fu gradualmente affiancato dal cavallo con un aumento della resa del 50 % superiore a quella de bue.
Un altro importante progresso si ebbe con il passaggio dalla rotazione biennale alla rotazione triennale.
L’alimento base delle popolazioni è il pane. L’importanza della panificazione nelle abitudini alimentari è confermata dalla diffusione della più importante e complessa macchina dell’epoca: il mulino ad acqua. I congegni da esso azionati erano i più diversi: macine per cereali e olive, martelli meccanici per la battitura e la compattazione delle stoffe. Il mulino ad acqua aveva il grande vantaggio d’impiegare un’energia, quella idraulica, che non costava nulla.
Si registrarono notevoli progressi nel campo della metallurgia per l’esigenza di strumenti dei quali dipendeva la sussistenza delle popolazioni: coltelli, falcette, accette, vomeri di aratro e così via. La grande richiesta proveniente dalle campagne spinse molti fabbri di città a trasferirsi nei villaggi rurali, presso la loro clientela.

La rinascita delle città

L’economia degli ultimi secoli del medioevo fu caratterizzata soprattutto da un vigoroso rilancio dell’urbanesimo. L’area dove la ripresa della vita urbana si manifestò più intensamente dell’Italia centro-settentrionale. La città esercitava una grande forza di attrazione; vi si trasferivano dalle campagne individui benestanti attratti dallo stile di vita contadino ma vi prendeva dimora anche una moltitudine di gente comune: contadini poveri, vagabondi, straccioni ecc. ecc.
Il fenomeno suscitava reazioni negative, come quella di Dante che attribuisce la decadenza morale di Firenze al "fetore degli immigrati rapaci" anche se era gente pronta alle fatiche, incolta ma facilmente utilizzabile come manodopera di base nelle attività produttive.
I proprietari terrieri residenti in città affidavano le loro terre ai mezzadri che le coltivavano e tenendo per se metà del raccolto. Inevitabilmente nascevano tensioni e contrasti: i contadini erano accusati dai proprietari di occultare la reale entità di raccolti. Nacque da ciò la satira del villano. Il contadino era ritratto come un individuo sporco e repellente, vestito in modo primitivo ecc. ecc.
Mentre in precedenza gli attrezzi si fabbricavano nei poderi e nelle fattorie ora le attività artigianali si concentrarono nelle città acquisendo così una più alta specializzazione.

I mercanti

Gli individui più dinamici della società medievale erano i mercanti ritenuti metà affaristi e metà guerrieri poiché erano molti i briganti, pirati che dovevano tener lontano dalla loro merce…
Mentre in mercante che dirigeva gli affari operava stabilmente dalla sua azienda. In questo ambiente si attribuiva grande importanza allo studio delle lingue straniere. Nacquero le prime assicurazioni gestite da veri e propri professionisti che chiedevano premi pari al 5-10 % del capitale assicurato.

Nuovi valori sociali

La società dell’alto medioevo viene rappresentato secondo uno schema basato sulla distinzione di tre ordini sociali: gli Oratores, che mettevano in collegamento l’umanità con Dio.
L’etica tradizionale non dava spazio agli individui che praticavano attività diverse dalla preghiera, dalla guerra, dalla coltivazione dei campi. Non vi trovavano spazio soprattutto le attività commerciali poiché il mercante era considerato un essere impuro: il suo stesso mestiere lo portava alla menzogna, necessaria per ricavare il massimo dalla vendita delle merci.
La posizione della chiesa verso i mercanti si ritrovò a oscillare tra due atteggiamenti: la diffidenza nei loro confronti ma anche la consapevolezza che il ruolo di mercante era diventato insostituibile. I mercanti venivano,quindi, esortati a non ricevere un eccessivo vantaggio dal prossimo e a devolvere parte dei loro profitti in elemosine.
I mercanti imitavano lo stile di vita dei nobili: si dedicavano alla caccia, si costruivano splendidi palazzi etc. etc.

Dall’usuraio al banchiere

La moneta ricopriva un ruolo importante tanto che divenne il simbolo della prosperità urbana. L’etica cristiana bollava con un marchio d’infamia tutti coloro che prestavano denaro a interesse: gli usurai venivano considerati gli individui più spregevoli. Il loro guadagno era una specie di sacrilegio perché essi speculavano sul tempo che non apparteneva all’uomo ma a Dio.
In seguito vennero ritenute lecite quelle attività di credito che si svolgevano alla luce del sole e che si basavano su tassi d’interesse non eccessivi.
Tuttavia accanto al prestito a interesse venne maturando un’attività bancaria specializzata in grado di erogare una notevole quantità di servizi. Dovunque si trovasse un mercato erano presenti i cambiavalute che si occupavano al cambio delle monete certificandone la quantità e il valore corrente. Dal nome dei banchi dove effettuavano i cambi, essi furono detti banchieri. In seguito si dedicarono ad attività più complesse: trasferimento di fondi dei clienti da una città all’altra, gestione dei capitali, pagamenti etc. etc.

La mentalità aritmetica

La crescita dei traffici e dell’economia monetaria fecero emergere una nuova esigenza di precisione che si manifestò in vario modo e che può essere definita mentalità aritmetica.
La cosa più importante fu l’introduzione dei numeri arabi che facilitarono i lavori in tutti i campi. Questa mentalità aritmetica si manifestò come una nuova percezione del tempo. Vennero introdotti i primi orologi con i quadranti che scandivano l’ora in sessanta minuti ma il loro costo era altissimo.

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