La fattoria degli animali (George Orwell)

La fattoria degli animali (prima edizione: Animal Farm, 1945 Londra) scritto da George Orwell rappresentò una feroce critica armata di acuta satira verso quel certo totalitarismo, che ha avuto in Stalin la sua impersonificazione più dura. Un capolavoro, che dovrebbe insegnarci a guardarci bene dai nostri governanti, passati, presenti e futuri.

 

In breve "La fattoria degli animali":

Gli animali stanchi dei continui soprusi del proprietario umano e delle scarse razioni di cibo propinate, decidono per la ribellione. Dopo aver cacciato il proprietario, tentano di darsi un nuovo ordine fondato su un utopico concetto di eguagliananza (mai sentito parlare del comunismo utopico? Io si, eccezzionale sulla carta, ma purtroppo come sapevano gli stessi pensatori che lo idearono era impossibile da mettere in atto, da questo il termine utopico).
Fin dall’inizio emerge una nuova classe di burocrati, i maiali, dotati di maggiore intelligenza, astuti ed egoisti, prendono il controllo e non esitano ad utilizzare la violenza per mantenerlo. Tradiscono a più riprese tutti gli ideali della rivoluzione, e con un’abile propaganda convincono gli animali docili e semplici d’animo che la loro condizione di vita è comunque di gran lunga migliore che hai tempi del dominio umano.
Napoleon, il grasso maiale che incentra in se tutti i poteri riesce ad impadronirsi delle risorse della fattoria che sfrutta a suo unico vantaggio, mostrando un animo nero che più nero non si può.

La mia sparata:

Inutile che vi raccomandi di leggere "La fattoria degli animali" se non lo avete ancora fatto, e se lo avete fatto, fate come me, rileggetelo. Ma in fin dei conti mi pare che se il grasso maiale del racconto rappresentava Stalin, oggi potrebbe rappresentare a turno (a seconda del paese in cui si abita) il berluscazzo, blair, bush e così via. Chi ci governa ha sempre un solo obbiettivo darci meno per ingrassare di più. Meditate gente, meditate, a noi tolgono la pensione, la sanità, da quì a un pò ci toglieranno la casa e forse anche moglie e figli. Possiamo restare in silenzio per sempre?

Ai posteri l’ardua sentenza.

Lascia un commento