Archivi categoria: Poesia

Ogni caso – Wislawa Szymborska

Poteva accadere.
Doveva accadere.
E’ accaduto prima. Dopo.
Più vicino. Più lontano.
E’ accaduto non a te.

Ti sei salvato perché eri il primo.
Ti sei salvato perché eri l’ultimo.Perché da solo. Perché la gente.
Perché la pioggia. Perché un’ombra.
Perché splendeva il sole.

Per fortuna là c’era un bosco.
Per fortuna non c’erano alberi.
Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno,
un telaio, una curva, un millimetro, un secondo.
Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.

In seguito a, poiché, eppure, malgrado.
Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba,
a un passo, a un pelo
da una coincidenza.

Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso?
La rete aveva solo un buco, e tu proprio da lì?
Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo.
Ascolta
come mi batte forte il tuo cuore.

 

Wislawa Szymborska

Figli dell’epoca (Wislawa Szymborska)

Siamo figli dell’epoca,
l’epoca è politica.

Tutte le tue, nostre, vostre
faccende diurne, notturne
sono faccende politiche.

Che ti piaccia o no,
i tuoi geni hanno un passato politico,
la tua pelle una sfumatura politica,
i tuoi occhi un aspetto politico.

Ciò di cui parli ha una risonanza,
ciò di cui taci ha una valenza
in un modo o nell’altro politica.

Perfino per campi, per boschi
fai passi politici
su uno sfondo politico.

Anche le poesie apolitiche sono politiche,
e in alto brilla la luna,
cosa non più lunare.
Essere o non essere, questo è il problema.
Quale problema, rispondi sul tema.
Problema politico.

Non devi neppure essere una creatura umana
per acquistare un significato politico.
Basta che tu sia petrolio,
mangime arricchito o materiale riciclabile.
O anche il tavolo delle trattative, sulla cui forma
si è disputato per mesi:
se negoziare sulla vita e la morte
intorno a uno rotondo o quadrato.

Intanto la gente moriva,
gli animali crepavano,
le case bruciavano e i campi inselvatichivano
come nelle epoche remote
e meno politiche.

 

Wislawa Szymborska

Deisideri Invernali – Maurice Maeterlinck

Piango le labbra appassite

Dove non sono nati i baci,

E i desideri abbandonati

Sotto una mietitura di tristezze.

 

Sempre pioggia all’orizzonte!

Sempre neve sui greti!

Mentre alla soglia chiusa dei miei sogni

Lupi sdraiati sull’erba

 

Osservano nella mia anima stanca,

Con gli occhi appannati nel passato,

Tutto il sangue un tempo versato

Dagli agnelli che muoiono sul ghiaccio.

 

Soltanto la luna alla fine rischiara

Con la sua monotona tristezza

Che gela l’erba dell’autunno,

Questi desideri ammalati di fame.

 

Maurice Maeterlinck

L’inverno è finito – Paul Verlaine

L’inverno è finito: la luce è tiepida

e danza, dal suolo al firmamento chiaro.

Bisogna che il più triste dei cuori ceda

all’immensa gioia sparsa nell’aria.

 

Perfino questa Parigi noiosa e malata

sembra fare accoglienza al primo sole,

e come in un abbraccio immenso

tende le mille braccia dei suoi tetti vermigli.

 

Da un anno ho nell’anima la primavera

e il verde ritorno del dolce fiorile,

come una fiamma che avvolga una fiamma,

al mio ideale aggiunge ideale.

 

Il cielo blu prolunga, innalza e incorona

l’immutabile azzurro dove ride il mio amore.

La stagione è bella e la mia sorte è buona

e tutte le mie speranze finalmente si compiono.

 

Venga l’estate! vengano ancora

l’autunno e l’inverno! E ogni stagione

sarà per me incantevole, o Tu che adorna

questa fantasia e questa ragione!

 

Paul Verlaine

Quando ti bacio – Erich Fried

Quando ti bacio
Non è solo la tua bocca
Non è solo il tuo ombelico
Non è solo il tuo grembo
Che bacio
Io bacio anche le tue domande
E i tuoi desideri
Bacio il tuo riflettere
I tuoi dubbi
E il tuo coraggio
Il tuo amore per me
E la tua libertà da me
Il tuo piede che è giunto qui
E che di nuovo se ne va
Io bacio te
Così come sei
E come sarai
Domani e oltre
E quando il mio tempo sarà trascorso.

Erich Fried

Seguo questo corso di sabbia – Samuel Beckett

seguo questo corso di sabbia che scorre
tra i ciottoli e la duna
la pioggia d’estate piove sulla mia vita
su me la mia vita che mi sfugge mi insegue
e finirà il giorno del suo inizio

caro istante ti vedo
in questa tenda di bruma che indietreggia
dove non dovrò più calpestare quelle lunghe soglie mobili
e vivrò il tempo di una porta
che si apre e si richiude

 

My way is in the sand flowing

my way is in the sand flowing
between the shingle and the dune
the summer rain rains on my life
on me my life harrying fleeing
to its beginning to its end

my peace is there in the receding mist
when I may cease from treading these long shifting thresholds
and live the space of a door
that opens and shuts

Samuel Beckett

 

Attimi (Roberto Perin)

 

Attimi su attimi
Il vento del sorriso
soffiato dal cuore,
onde di gioia
spinte dall’amore.
Gocce pesanti da un viso rigato e triste,
frastuoni di pensieri struscianti
come serpi velenose.
Amore. Odio. Vita.
Attimi di vita pura,
come fuochi di speranza,
anima circondata da muri
di mattoni d’argilla
educata, rispettosa, saggia.
Anima inchiodata
dalla purezza e dall’amore.
Anima rinchiusa da sbarre.
Sbarre d’egoismo, di crudeltà.
Tristezze, sorrisi, pianti e speranze.
Attimi cercati
come una scia di una cometa,
eterni, rari, irripetibili,
incisi nei ricordi per sempre.
In sogni eterni come le comete.

 

Roberto Perin

 

Cuore, oggi non ti ascolto (Roberto Perin)

 

Io, non voglio
ascoltarti cuore mio,
non voglio
parlarti anima mia.
Dovrei zittire
le tue grida di solitudine.
Ascoltare solo parole
piene di lacrime.
Un eco, nella notte…
Mi manchi…
Un dolore,
stretto fra i denti…
Ti amo…
Un grido dagli abissi…
Dove sei?
Non voglio
ascoltarti cuore mio,
non voglio parlarti
anima mia.
Ascolterei solo
un violino senza corde,
un piano senza tasti,
una voce afona.
Ascolterei solo
il silenzio del vuoto,
non dolci melodie.
Io, non ci sono per te, oggi.
Io non ti parlerò.
Rimarrò da solo anch’io,
finche sarai solo anche tu.

 

Roberto Perin