Amaranta (Rafael Alberti)

Biondi, lucidi seni di Amaranta,

limati da una lingua di levriero.

Portico di limoni, dal sentiero

disviati che alla tua gola monta.

Rosso, un ponte di riccioli sormonta

il volto e incendia i tuoi ondulati avorii.

Morde e ferisce dei denti il biancore,

curvo, per aria, ti innalza nel vento.

Solitudine dorme in ombratura,

calza il suo piede di zeffiro e scende

dall'alto olmo al mar della pianura.

E il corpo in ombra, oscuro, le si accende,

e gladiatrice, come brace impura,

tra Amaranta e il suo amante si distende


Rafael Alberti
(1902-1999)

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