Archivi categoria: Favole

Il tenace soldatino di stagno (Hans Christian Andersen)

C’erano una volta venticinque soldati di stagno, tutti fratelli tra loro perché erano nati da un vecchio cucchiaio di stagno. Tenevano il fucile in mano, e lo sguardo fisso in avanti, nella bella uniforme rossa e blu. La prima cosa che sentirono in questo mondo, quando il coperchio della scatola in cui erano venne sollevata, fu l’esclamazione: «Soldatini di stagno!» gridata da un bambino che batteva le mani; li aveva ricevuti perché era il suo compleanno, e li allineò sul tavolo.

 

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La bambina dei fiammiferi (Hans Christian Andersen)

C'era un freddo terribile, nevicava e cominciava a diventare buio; e
era la sera dell'ultimo dell'anno. Nel buio e nel freddo una povera
bambina, scalza e a capo scoperto, camminava per la strada. Aveva le
ciabatte quando era uscita da casa, ma a che cosa le sarebbero servite?
erano troppo grandi per lei, tanto grandi che negli ultimi tempi le
aveva usate la mamma.

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Cenerentola (Grimm J. Grimm W.)

{mosimage}La moglie di un ricco si ammalò e,
quando sentì avvicinarsi la fine, chiamò al capezzale la sua unica
figlioletta  e le disse:
-Bimba mia, sii sempre docile e buona, così il buon Dio ti aiuterà e
io ti guarderò dal Cielo e ti sarò vicina-. Poi chiuse gli occhi e
morì.
La fanciulla andava ogni giorno sulla tomba della madre,
piangeva ed era sempre docile e buona. Quando venne l'inverno, la
neve coprì la tomba di un suo bianco drappo, e quando il sole di
primavera l'ebbe tolto, l'uomo prese moglie di nuovo.

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La pantera (fiaba cinese)

C’era una volta una vedova che aveva due figlie ed un figlioletto. Un giorno uscì con il piccolo per andare al mercato e poi dalla nonna e lasciò la casa in mano alle due figlie. Poco dopo la donna fu aggredita da una pantera, che prese i suoi abiti ed andò a bussare di nuovo alla porta delle due figlie.

 

La mamma non ha le mani così nere!, dissero le due ragazze.

Sono caduta in un mucchio di fuliggine!, disse la pantera.

Hai una voce roca!

Ho preso freddo!, disse la pantera.

Hai il viso diverso!

Mi ha bruciato il sole, apritemi! e cominciò a scuotere la porta.

Le ragazze avevano capito che era una pantera a voler entrare nella loro casa. Avevano una tartaruga, che disse loro: Fatemi uscire, sistemerò io quella pantera!

La tartaruga uscì dalla casa e si avvicinò alla pantera, ed iniziò a morderla. La pantera fuggì. Le due ragazze riuscirono ed andarono a recuperare nella tana della pantera la mamma e il fratellino. Da allora vissero sempre felici e contenti insieme.he buttò per terra la fiaschetta: dalla fiaschetta uscì dell’acqua, che formò uno specchio magico nel quale fu visto cosa era veramente successo nella caverna. L’impostore fu allontanato e il principe sposò la principessa e vissero tutti felici e contenti.

La Morte e il Boscaiolo (Jean de La Fontaine)

Sotto un fastel di legna, non men che sotto il
peso degli anni, un Boscaiolo, curvo, accasciato e stanco, andava
trascinando il doloroso fianco verso la sua capanna.
Ma tanto è il male e il peso che il poverino affanna,  che posto
in terra il carico, a dire cominciò:  – Qual dura sorte in questo
mondo sconclusionato  il cielo mi serbò!

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La Fanciulla di Neve Snegurocka

La fata Primavera non vuole porre fine all’inverno: agli uccelli confessa di non voler abbandonare Snegurocka, la figlia avuta dal vecchio Inverno. Iarilo, il sole, condanna per gelosia la bimba a morire se mai si innamorerà di un uomo. Inverno teme che il Sole infonda sentimenti d’amore nel cuore della figlia, tali da fondere il suo cuore fatto di ghiaccio.

 

Per evitarlo, la nasconde nella casa di un contadino che abita all’entrata del villaggio dello zar Berendej. Lasciata dunque la foresta dove viveva sola, Snegurocka si trasferisce nella nuova casa, ma non è felice e per distrarla Kupava, la sua migliore amica, la invita alle proprie nozze e le presenta Mizguir, il fidanzato.
Questi si invaghisce subito di Snegurocka e abbandona Kupava, che si rivolge allo zar per averne protezione. Berendej interroga la figlia dell’Inverno, che risponde di non amare nessuno,e, non sapendo come conciliare le due giovani donne, le invita alla festa di propiziazione della fine dell’inverno.
Durante la festa la fanciulla di neve resta immobile immersa nella sua tristezza glaciale; Kupava invece accetta l’amore di un pastore che desidera sposarla. A sera Mizguir confessa il suo amore alla figlia di Primavera che ne resta colpita, tanto da tornare nei boschi a supplicare la madre di farle dono dei sentimenti d’amore.
La fata Primavera appare portando una ghirlanda di fiori per la figlia: la giovane sente mutare dentro di sé qualcosa e va incontro a Mizguir. Un sentimento nuovo, un’emozione mai provata prima, spinge la fanciulla ad accettare la proposta di matrimonio. Sulle nozze che si stanno per celebrare Mizguir invoca la benedizione dello zar, ma un raggio di sole, simbolo dell’amore, colpisce la fanciulla che, sciogliendosi, scompare. Il giovane disperato e affranto dal dolore si getta nel lago. Dissoltasi la figlia del gelido Inverno, il sole ricomincia a splendere.

I vestiti nuovi dell’imperatore (Hans Christian Andersen)

La favola Gli abiti nuovi dell'imperatore


nota in italia anche come I vestiti nuovi dell'imperatore

è stata pubblicata la prima volta

il 7 Aprile 1837

nel libro Eventyr, fortalte for Børn. Første Samling. Tredie Hefte.

[Favole, raccontate ai bambini. Prima raccolta. Terzo opuscolo.]

Molti anni fa viveva un imperatore che amava tanto avere sempre
bellissimi vestiti nuovi da usare tutti i suoi soldi per vestirsi
elegantemente. Non si curava dei suoi soldati né di andare a teatro o
di passeggiare nel bosco, se non per sfoggiare i vestiti nuovi.
Possedeva un vestito per ogni ora del giorno e come di solito si dice
che un re è al consiglio, così di lui si diceva sempre: «È nello
spogliatoio!».

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