Archivi categoria: Poesia

La farfalla nel vino (Hermann Hesse)

Una farfalla volata nel mio bicchiere di vino,
ebbra si abbandona alla sua dolce rovina,
remiga senza forze, ora sta per morire;
ecco, il mio dito la solleva via.
Così il mio cuore, accecato dai tuoi occhi,
felice affonda nel denso calice, amore,
pronto a morire, ebbro del tuo incanto
se un cenno di tua mano non compia il mio destino.

Hermann Hesse
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Le stelle (Federico Garcia Lorca)

Le stelle
non hanno fidanzato.

Tanto belline,
le stelle!
Aspettano un rubacuori
che le porti
ad una sua ideale Venezia.

Tutte le notti s'affacciano
alle grate
– oh cielo di mille piani! –
e fanno segnali lirici
ai mari d'ombra
che le circondano.

Ma attente,ragazze,
perchè quando morirò
vi rapirò una dietro l'altra
sul mio cavallo di nebbia.

Federico Garcia Lorca

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Donna completa, mela carnale, luna calda (Pablo Neruda)

Donna completa, mela carnale, luna calda,
denso aroma d'alghe, fango e luce pestati,
quale oscura chiarit s'apre tra le tue colonne?
Quale antica notte tocca l'uomo con i suoi sensi?

Ahi, amare un viaggio con acqua e con stelle,
con aria soffocata e brusche tempeste di farina:
amare un combattimento di lampi
e due corpi da un solo miele sconfitti.

Bacio a bacio percorro il tuo piccolo infinito,
i tuoi margini, i tuoi fiumi, i tuoi villaggi minuscoli,
e il fuoco genitale trasformato in delizia

corre per i sottili cammini del sangue
fino a precipitarsi come un garofano notturno,
fino a essere e non essere che un lampo nell'ombra.

Pablo Neruda

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Canzoniere LXI (Francesco Petrarca)

Benedetto sia 'l giorno, e l'mese, e l'anno,
e la stagione, e 'l tempo, e l'ora, e 'l punto,
e 'l paese, e l' loco ov'io fui giunto
da' duo begli occhi che legato m'nno;
        
e benedetto il primo dolce affanno
ch'i' ebbi ad esser con amor congiunto,
e l'arco e le saette ond'i' fui punto,
e le piaghe che 'nfin al cor mi vanno.
        
Benedette le voci tante ch'io,
chiamando il nome de mia donna, sparte,
e i sospiri, e le lagrime. e 'l desio;
        
e benedette sian tutte le carte
ov'io fama l'acquisto, e 'l pensier mio,
ch' sol di lei, si ch'altra non v' parte.

Francesco Petrarca (1304-1374)
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Non dalle stelle io traggo i miei pronostici (W. Shakespeare)

Non dalle stelle io traggo i miei pronostici,
eppure penso che d'astronomia m'intendo;
ma non per dire la buona o la cattiva sorte,
o preannunciare peste o siccit o il volger delle stagioni;
Nè a breve scadenza posso io predire
a chiunque il tuono, la pioggia e il vento,
e se ai principi arrida la fortuna,
da frequenti presagi ch'io scopro in cielo.
E' dai tuoi occhi ch'io traggo la mia scienza,
stelle fisse in cui questa divinazione io leggo:
che verità e bellezza insieme prospereranno
se tu, da te stesso, trarrai progenie.
Se no, di te questo devo pronosticare:
che Verità e Bellezza fatalmente moriranno con te.

Sonetto di W. Shakespeare (1564-1623)
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Chi mai crederebbe in … (W. Shakespeare)

Chi mai crederebbe in futuro ai miei versi
se fossero ricolmi dei tuoi eccelsi pregi?
Eppure, lo sa il cielo, non sono che tomba
che la tua vita celano, e solo met dei tuoi tesori additano.
Potessi io ritrarre la bellezza dei tuoi occhi
e in nuovi versi enumerare le tue grazie,
l'et futura direbbe: "Sono menzogne di poeta,
mai s celesti tratti toccarono volti umani".
E i miei scritti, ingialliti dal passare del tempo,
sarebbero dileggiati come farneticare di rimbambito,
e le meritate lodi come eccessi di fantasia,
rime esagerate di vecchia cantilena.
Ma se un tuo bimbo allora vivesse,
tu due volte vivresti: in lui e nel mio canto.

Sonetto n 17 di W. Shakespeare (1564-1623)

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